mercoledì 30 maggio 2007

Scienze delle merendine?!?!??!

Beh, c'è di che stufarsene: ogni volta che qualcuno mi chiede cosa faccio nella vita, mi tocca di dover tirare in ballo il mio hobby primario. E no, non si tratta di correre nudi nei campi da tennis suonando "Imagine" con la chitarra dietro la nuca. Il mio hobby primario è, in realtà, uno dei trend giovanili più diffusi degli ultimi anni: lo studente universitario.
Chiariamoci: non voglio criticare tutti coloro che prendono l'impegno universitario seriamente (AH!AH!AH... ah? ehhh... hmm.. pardon) ma è sfacciatamente palese quanto sia poco importante il vero e proprio processo di apprendimento all'interno delle università, oggi, a fronte di quella che potremmo definire "Ossessione maniacale da possesso del pezzo di carta".
E il pezzo di carta, chiaramente, non è una bella banconota da n Euro. O, almeno, non direttamente.

No, il pezzo di carta (e qui, fossimo in un film di Spielberg, partirebbero gli archi a generare inquetudine) è la laurea.
Non più l'atto di apprendere, ma l'atto di ottenere qualcosa dall'apprendimento regola oggi il gregge giovanile post-diploma.
Ti sei diplomato, si? Bene, che vuoi fare nella vita? Guarda che senza il pezzo di carta non vai da nessuna parte.
Eccolo. Si manifesta a noi fin da quel giorno, questo avatar del male.
Sogghigna mentre cerchiamo di capire quale potrebbe essere il percorso universitario e formativo più redditizio (non il più interessante! e chi se ne frega di perseguire i propri interessi? io voglio guadagnare etc.) e scricchiola, emette il crepitìo tipico di un antico papiro egiziano scoperto nella tomba di un Re dimenticato da ere, pronto a concederci la sua innata sapienza: solo a possederlo diventiamo Medici, Avvocati, Ingegneri.
Ed io? Ed io, che fò lo studente per hobby,come già specificato, sono iscritto alla facoltà (di tutto rispetto) a cui generalmente ci si riferisce coi seguenti appellativi, più o meno ironici e più o meno fondati:
1) Scienze della Confusione
2) Scienze della improvvisazione
3) Scienze delle merendine (questo è il più simpatico e l'ho appreso solo quest'anno).
Ma come? Io che quando mi ci sono iscritto, ero iscritto in Sociologia (e sentite, che bel suono: sociologia. Sembriamo tutti dei piccoli filosofi ma molto attenti al mondo che ci circonda) e, dicevo, solo incidentalmente avevo scelto l'indirizzo di laurea in Scienze della Comunicazione.
E poi me lo fanno diventare facoltà dopo un anno.
E poi : "Ah, ma tu sei iscritto alla facoltà dove insegna Costanzo? Ah ah ah e la de Filippi che fa? i Seminari?"
E poi: "Ah, hai preso un bel voto senza studiare? Ma che cazzo fate a st'Università?"
E che ci resta da fare se non piegarci? Si, è vero. È pure facile andare avanti (sempre che come me non si scelga di fermarsi per tre anni, causa attività lavorativa).
Ma, vivaddio! Non è così facile come sembra.
Soprattutto quando decidete di prepararvi un esame per il 26 di Giugno p.v. (e siamo al 30 Maggio), soprattutto quando quell'esame è composto da quattro testi abbastanza densi di cose simpatiche tipo la struttura di un analisi dei dati e i macro e micro sistemi di riferimento e via dicendo e soprattutto quando quello stronzo del libraio, non appena gli nominate il professore, vi molla tre libri sbagliandone uno e voi vi accorgete del fattaccio solo quando siete tornati a casuccia vostra, a 100 KM circa dalla libreria universitaria.
Bastardo.
Te lo dico io se la prossima volta mi dici "Ah si, te li do tutti e tre direttamente."
Te lo faccio vedere io.
Torno a Roma e ti obbligo ad ordinarmi una copia del Necronomicon con testo a fronte spacciandolo per un testo di Antropologia Culturale.
Impazzirai, peggio dei protagonisti dei racconti di Lovecraft.
Gesù, già studiare è quello che è... ma sbagliare pure libri :P
A là prochaine fois, giovani.
Ruin - May 30

domenica 27 maggio 2007

Sorridi!

Sguardo di sfida o semplice sorriso?
Giudicate voi...
Thx Lele per la foto.
Thx Kaisy per il sorriso sarcastico.
Thx Dave Grohl perchè MI ASSOMIGLI.
Posted by Picasa

Come cucinare ciò che NON volete cucinare!

E così, avete deciso di cucinare: saggia decisione, specie se in casa avete alimenti che degradano in fretta. Ci sono le uova: wow! Ci sono delle patate: wo-ow! Hmmm... Il cervello opera un semplice processo additivo:
1) Uova sbattute, cotte insieme, sale: frittata.
+
2) Patate pelate, tagliate, cotte nell'olio: patate fritte.
=
3-> FRITTATA CON LE PATATE!
...come in tutti i processi creativi, siate pronti a fare i conti con delle anomalie. Di seguito vi narro il mio processo creativo.
È circa mezzanotte, e al contrario di altre coppie che vivono insieme e conducono una vita normale, io e Kaisy abbiamo FAME. Dipenderà anche dal fatto che abbiamo pranzato alle 17.00, probabilmente.
Così, allestiamo la seguente catena di montaggio:

Kaisy pela le patate
Ruindur taglia le patate pelate
Ruindur rompe le uova e le sbatte
Kaisy scalda nel frattempo le patate nell'olio.
Il tutto dovrebbe terminare con la felice copulazione dell'uovo con le patate leggermente dorate, a mo' di frittata, che sarà sufficiente girare un paio di volte perchè sia pronta.

Un piano perfetto. E qui viene il bello.
Kaisy mette le patate ammollo, prima di sbucciarle col pelapatate comprato alla Standa. Il tutto, secondo me, rende più difficile l'operazione di pelatura (avete mai provato a pelare una patata bagnata?). In ogni caso, l'operazione riesce in qualche modo (non senza qualche sana imprecazione) e passiamo alla fase in cui io taglio le patate.
Uso il coltello comprato alla Standa (in bundle col pelapatate), simpaticamente sagomato in modo da tagliare delle fettine di patata ondulate; ma, non avendo altri supporti, uso dei piatti fondi di plastica che rendono l'operazione parecchio più difficile. Esito: piatto di plastica tagliuzzato, patate tagliate storte, considerevole dispendio di fatica per il taglio della patata, divertito sfottò continuo di Kaisy tipo: "Sembri un impedito", al quale reagisco sfoderando un disarmante sorriso e porgendole la patata, con un cattivissimo "Prova tu".
Ovviamente, la patata torna nelle mie mani dopo una trentina di secondi.
Arriviamo al bello: le patate finiscono in padella (e sono TROPPE), e cercano disperatamente dell'olio in cui friggersi, ma ne abbiam messo forse poco, chissà, va beh si va avanti. Si sbatte l'uovo.
Le patate non cuociono...
Ruindur: "Posso buttarci dentro l'uovo?" (con ghigno ebete)
Kaisy: "Ma vaaaa, sono ancora crude, non vedi? E poi si cuociono solo dove non c'è olio, ne hai messo troppo".
Ruindur: "Ma se l'olio sta lì per cuocere le patate, come fanno a cuocersi dove non c'è olio?"
Kaisy: "Non lo so ma sono crude".
Ruindur: "Posso buttarci dentro l'uovo?" (ghigno ancora più ebete)
Kaisy: "NO!"
.... passano i minuti...
....ne passano ancora...
Ruindur: "Senti, io ci butto dentro l'uovo..."
Kaisy: "Va beh."
E butto dentro l'uovo, che felice cerca di abbracciare un quantitativo tale di patate che nemmeno otto uova avrebbero incorporato in frittata.
Kaisy: "Toh si sta cuocendo..."
Ruindur: "Si, e abbastanza in fretta, dovremmo girarla"
- Kaisy è refrattaria a qualunque cosa frigga, schizzi, emetta fumo perchè sovente si scotta -
Kaisy: "Si, devi girarla".
A quel punto la tragedia. Non può essere girata.
Chiariamoci, non è che non ci proviamo, anzi. Una paletta da un lato, un forchettone dall'altro; non si gira. Non tiene. Si sfalda. Ridiamo.
Ridiamo e la spappoliamo del tutto.
Risultato finale. Aggiunto il sale abbiamo un meraviglioso pasticcio di patate.
Ma, direte voi, non dovevate fare la frittata?
E infatti, il titolo del post a questo punto si spiega.
Ed oggi siamo ancora vivi, quindi era commestibile.
E la parte più bella è stata godersi Kaisy che, mangiando questa sostanza che non aveva forma ed in definitiva il cui sapore era esattamente la somma dei due ingredienti, sosteneva con convinzione la seguente tesi:
"È esattamente così che si fa un pasticcio di patate. Era proprio questo che volevo fare".
E su questa nota di colore vi rinvio alla prossima volta.
Ruindur-May 27

sabato 26 maggio 2007

Passaggio di consegne...

Apro con questo post la mia migrazione dal vecchio ruindur.spaces.live.com... che per motivi di layout, di accessibilità, ma anche di senso, non faceva più parte di me come un tempo.
Capitolo chiuso dunque. Porterò con me ciò che posso... i miei dischi, le foto, gli idioti flussi di coscienza che ho buttato su una pagina virtuale con questo inchiostro virtuale; che, se pure non macchia le mani, le sue brave macchiette nell'anima le lascia.
Così si comincia. Mi è caro l'ultimo intervento scritto sul precedente blog, e lo riporterò a breve.
Nella speranza di potermi prendere cura di questo mio nuovo spazietto.
Wage war on indifference... perchè ad oggi essere indifferenti è un peccato mortale:
indifferenti non solo verso una situazione planetaria marcia ed irrecuperabile, quelli son cazzi vostri, e dei figli che mettete al mondo. Indifferenti verso sè stessi, i propri sentimenti, gli affetti, gli obbiettivi... tutto ciò che colora la nostra vita. Questo è il peccato mortale.
La cosa peggiore è che nessuno si accorge di quanto gli siano indifferenti tutte quelle cose.
La cosa peggiore è che, pur indifferenti, si campa benissimo...
...fin quando non vi si spalanca davanti il vuoto del burrone sul cui orlo avete danzato, bendati ed ubriachi tutta la vita.
Datevi un senso... io proverò a darvi una mano, sperando che con me facciate lo stesso.
Non ci sono più indizi che potete permettervi di trascurare. Qui dentro, o si sanguina o non si è vivi.
...'til the next time...
Ruin - May 26